Evitare il micromanagement è essenziale, sia quando gestisci il tuo lavoro sia quando coordini quello degli altri. Controllare tutto nei dettagli fa perdere tempo, rallenta i processi e mina il clima di lavoro.
Come capirlo? Se ti ritrovi spesso a correggere dettagli irrilevanti, riscrivere il lavoro altrui o chiedere aggiornamenti continui, probabilmente lo stai facendo.
Secondo Gallup, i CEO che delegano bene generano in media il 33% di fatturato in più rispetto a quelli che non lo fanno.
Per iniziare a delegare in modo efficace, rivedi sul Calendar le task che hai gestito nelle ultime due settimane. Individua quelle più strutturate, con input chiari, output prevedibili e poca variabilità. Quelle sono perfette per essere delegate.
Delegare senza soffocare nei dettagli è un atto di fiducia. Permette agli altri di crescere e contribuisce a creare un ambiente dove tutti si sentono coinvolti e responsabili. Si passa così da un approccio top-down a una vera collaborazione.
Quando si pianifica la giornata, ricordati che meno è più. Ogni persona dovrebbe lavorare un massimo di 8 ore al giorno; andare oltre è inefficiente e insostenibile nel tempo. È cruciale non programmare l'emergenza come norma, perché un imprevisto non deve essere la routine. E ricorda, anche le ore che vendiamo nei progetti sono finite. Superarle significa rischiare di perdere in termini di marginalità. Tieni traccia delle ore lavorate: ti aiuta a capire quando serve ricalibrare. Oppure, con un po’ di fortuna, scoprirai che il progetto sta andando meglio del previsto, e potrai liberare risorse per altro.
Un task che tu completi in 30 minuti potrebbe richiederne 60 a un collaboratore che si cimenta le prime volte. Abbi pazienza.
L’efficacia nella delega cresce nel tempo: si parte con task semplici e via via si può passare a responsabilità più complesse e strutturate. Il passaggio chiave è accettare che gli altri non faranno le cose come le faresti tu. Useranno approcci diversi, a volte meno efficienti, a volte più creativi. In alcuni casi, persino migliori.
Il tuo ruolo non è insegnare ogni singolo passaggio, ma dare un obiettivo chiaro, lasciare spazio per l’esecuzione e offrire supporto quando serve. Questo è ciò che trasforma una delega formale in una vera crescita professionale per chi lavora con te.
Per monitorare efficacemente la salute della tua azienda, ci sono alcune metriche chiave che non puoi ignorare.
Infine, le ore "chargeable" annuali: quelle ore effettivamente fatturabili ai clienti, rispetto al totale delle ore lavorate, che ti aiutano a capire quanto del tuo lavoro si traduce direttamente in entrate. Inizia con poco, investi tempo nell’analisi dei pochi dati che hai, piuttosto che nella raccolta. E poi pian piano aggiungine di altri.
Meglio dati immediati anche se non impeccabili che informazioni perfette ma ritardate!
Molte aziende falliscono non per mancanza di impegno, ma perché non si pongono le domande giuste. Peter Thiel, co-fondatore di PayPal, nel suo libro Zero to One, ne propone sette che ogni imprenditore dovrebbe affrontare prima (e durante) il percorso:
Rispondere con onestà a queste domande non è un esercizio teorico: è uno strumento pratico per valutare la solidità della tua idea e capire se hai le basi per costruire qualcosa che duri davvero.
Per monitorare efficacemente la salute della tua azienda - o della tua attività da freelance, prendi anzitutto queste tre metriche:
Non sono numeri da raccogliere per sport. Servono a prendere decisioni migliori. E una volta che li conosci, puoi iniziare a lavorare su ciò che conta davvero: il valore che stai offrendo.
Esiste uno strumento utile per chiarirlo: si chiama Piramide dei Valori.
Elenca oltre 30 motivi per cui le persone decidono di comprare qualcosa, distribuiti su quattro livelli:
Più sali nella piramide, più il valore percepito cresce. Chiediti dove si posiziona ciò che vendi. Poi costruisci la tua comunicazione (e la tua offerta) intorno a quel valore.
Mario Andretti, ex campione del mondo di Formula 1, ha detto: “se hai tutto sotto controllo, significa che non stai andando abbastanza veloce”. E vale anche per chi gestisce un’attività.
Un certo livello di instabilità è fisiologico quando si cresce, si sperimenta, si cambia. Se ti sembra che tutto sia sempre perfetto e ordinato, forse ti stai muovendo troppo lentamente. E in un mercato che corre, restare fermi significa perdere terreno.
Mario Andretti, ex campione del mondo di Formula 1, ha detto: Se hai tutto sotto controllo, significa che non stai andando abbastanza veloce. Questo può valere pure per la gestione della propria attività.
Essere freelance o lavorare in un piccolo team non è una scusa per evitare strumenti e metodi. Anzi, è un’opportunità per strutturarti in modo snello e su misura. Più sei piccolo, più puoi permetterti di sperimentare, adattare, scegliere il sistema che ti funziona davvero.
Non aspettare che le cose diventino troppo complesse per iniziare. Parti subito con una base, e poi affinala passo dopo passo. Inizia ora con wethod.